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La tempesta perfetta. USA e Cina sull'orlo della terza guerra mondiale Copertina rigida – 24 ottobre 2023
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- Lunghezza stampa288 pagine
- LinguaItaliano
- EditorePiemme
- Data di pubblicazione24 ottobre 2023
- Dimensioni15.2 x 2.7 x 22.4 cm
- ISBN-108856692880
- ISBN-13978-8856692884
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Dettagli prodotto
- Editore : Piemme (24 ottobre 2023)
- Lingua : Italiano
- Copertina rigida : 288 pagine
- ISBN-10 : 8856692880
- ISBN-13 : 978-8856692884
- Peso articolo : 420 g
- Dimensioni : 15.2 x 2.7 x 22.4 cm
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 77,379 in Libri (Visualizza i Top 100 nella categoria Libri)
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Oltre che per la sua posizione geografica strategica Taiwan è fondamentale e vitale nell’economia moderna infatti è, in sostanza, la capitale per la produzione dei microchip e dei semi conduttori mentre la Cina ne è autonoma col solo 17% di propria produzione. A guidare il vitale settore a livello planetario è la Taiwan Semiconductor Manufacturing Company, Limited TSMC di proprietà del magnate Morris Chang imprenditore taiwanese-statunitense.
Tutti si sono resi conto dell’importanza vitale di questo fondamentale settore durante il Covid e Pagliara ci fornisce, dal suo osservatorio privilegiato in quanto per anni è stato corrispondente in Cina ed ora negli stati Uniti, tutte le utili informazioni che prendono per mano il lettore e lo accompagnano in questo mondo quasi sconosciuto in Italia. Lo dimostra il fatto che, mentre da noi litigano su questioni a dir poco banali e secondarie, Pagliara ci avverte che gli Stati Uniti si sono già coperti per la produzione interna di microchip e semiconduttori usando armi come le forti pressioni ed incentivi per convincere la già citata TSMC a costruire in Arizona una fabbrica di semiconduttori con un impegno di oltre 40 miliardi di dollari. Analoga cosa ha fatto la Germania con un investimento di 10 miliardi di euro per una fabbrica di semiconduttori che la TSMC gestirà in Germania, poco fuori da Dresda, insieme a tre partner: Bosch, Infineon e NXP. Metà del capitale sarà impiegato dal governo tedesco mentre, i restanti 5 miliardi di euro, saranno divisi fra le quattro società, di cui 3,5 miliardi da parte di TSMC.
Xi Jinping d’altronde, dopo il mandato a vita, quasi sicuramente sta solo aspettando il momento propizio per scatenare l’attacco finale a Taiwan in quanto, ci ricorda Pagliara, temono l’ultradecennale ambiguità strategica degli USA non solo con Biden ma la politica di una sola Cina degli Stati Uniti è stata dichiarata per la prima volta già durante la visita di Nixon in Cina nel 1972 sotto l'amministrazione di Jimmy Carter durante la quale fu approvato il Taiwan Relations Act, che definiva le relazioni con la Cina. Nel 1982, il presidente Ronald Reagan approvò l'adozione delle Sei Assicurazioni, la quinta delle quali stabiliva che gli Stati Uniti non avrebbero formalmente riconosciuto la sovranità cinese su Taiwan.
Gli Stati Uniti non hanno mai espresso una dichiarazione esplicitamente immutabile
sul fatto che ritengano Taiwan indipendente o meno. Infatti Washington, da un lato, afferma semplicemente di comprendere le rivendicazioni della Repubblica Popolare cinese e, dall’altro, fortifica Taiwan.
Purtroppo, caro Pagliara, in Italia pochissimi si occupano di geopolitica oltre che di storia ci si è abituati a delegare gli Stati Uniti a vigilare affinchè si possa continuare a vivere il relativo benessere di cui godiamo da circa 80 anni. Pochissimi sono quelli che comprendono l'importanza che Taiwan ha nello scontro tra Stati Uniti e Cina per la leadership del XXI secolo. Eppure quest’isola, poco più grande della Sicilia, con 23 milioni di abitanti potrebbe, suo malgrado, far scattare la scintilla della Terza Guerra Mondiale: la tempesta perfetta ha qui il suo occhio del ciclone.
Un ottimo libro da studiare più che leggere.
Scritto da un affermato ed apprezzato giornalista, è una lettura piacevole e costruttiva anzi, istruttiva. Il titolo non è dei più ottimistici, trovarsi nell’occhio del ciclone significa trovarsi in una situazione complicata o pericolosa. Oppure essere nel bel mezzo di un evento poco gradito, con il rischio di esserne sopraffatti. Applicato al sistema internazionale, fa pensare che il mondo si trovi sull’orlo di una catastrofe.
In un testo straordinariamente accessibile e gradevole Pagliara, esamina un periodo in cui la lotta globale tra democrazia e autocrazia sta raggiungendo una nuova fase, le democrazie hanno prevalso sui loro rivali autocratici in passato e delinea come gli Stati Uniti e i suoi alleati democratici possono competere meglio con le sfide autocratiche più sofisticate. Questo è un libro importante sulla questione che definisce il nostro tempo con implicazioni reali per tutti. Sappiamo già che le democrazie sono più umane e di solito meglio governate delle autocrazie, ma despoti come Vladimir Putin e Xi Jinping continuano a sostenere, instaurando nel popolo attraverso un sistema repressivo e spersonalizzante che esalta il culto della loro persona, che i loro regimi sono migliori nel fornire sicurezza nazionale e grandezza nell'arena globale.
Come Putin ha pensato di passare alla Storia riconquistando l’Ucraina, Xi sta preparando la guerra alla democratica Taiwan perché a sua volta vuole ricostituire l’Impero Cinese nel corso della sua vita, e Taiwan gli serve per proiettarsi sul Pacifico. La geografia aiuta la difesa di Taiwan, rendendo difficili gli sbarchi ma non può bastare.
Pagliara si sofferma a sottolineare, attraverso varie, testimonianze le differenze sostanziali tra democrazia e autocrazia, lo fa con obiettività, riscontra vantaggi (maggiori nella prima) e svantaggi. Figure come Trump, Putin e Xi Jinping, grazie al loro ego smisurato, ovviamente non ne escono bene.
A mio avviso, la sezione più preziosa, anche se allarmante e deprimente, del libro è la descrizione dell’educazione scolastica e degli implacabili assalti geoeconomici cinesi alla maggior parte delle sue province satelliti (imponendosi ad esempio nello Xinjiang e, gradualmente, a Hong Kong) e a molti altri paesi del Sud Est asiatico.
Senza grida o iperboli, Pagliara riferisce come i cinesi si siano insinuati così profondamente nelle economie di molti paesi, che questi ora temono una ritorsione rovinosa se prendono posizioni opposte alle azioni cinesi. Gli Stati Uniti, pur impiegando strumenti di geoeconomia in passato, li hanno in gran parte abbandonati a favore di risorse e opzioni militari. Una grande ragione di questo, anche se non completamente esplorata nel libro, è che le politiche geoeconomiche che promuovono la politica estera degli Stati Uniti potrebbero influenzare negativamente gli interessi e i profitti aziendali. La Cina, d'altra parte, vede le politiche geoeconomiche che potrebbero non avere un senso economico immediato come strumenti potenti e relativamente economici, se impiegati in tandem con il potere militare. Una parte agghiacciante descrive in dettaglio i “successi”cinesi.
Quindi, da un lato vi è l’Occidente, la cui tenuta democratica ed economica viene testata in particolare dall’aggressione militare russa contro l’Ucraina. Dall’altro lato, vi è un sistema totalitario che mantiene rapporti stretti con la Russia e che è al contempo partner economico, competitor strategico e antagonista sistemico.
Gli Stati Uniti, per rispondere alle azioni degli avversari e per promuovere gli interessi degli alleati, si schierano per difendere la democratica Taiwan, che è un eccellente quanto indispensabile partner nell’industria dei microchip semiconduttori, e favorire l’entrata dell’Ucraina nella NATO al fine di contrastare l'avventurismo cinese e russo. Questa lettura è, a mio avviso, consigliata e necessaria per inquadrare problematiche di fondamentale importanza mondiale, che tendiamo a ignorare o sottostimare perché succedono in paesi non territorialmente vicini a noi. Le elezioni legislative e presidenziali che, mentre scrivo sono in corso a Taiwan, possono spostare il pendolo del Paese lontano dalla stabilità, trascinando l’intera area dell’Asia-Pacifico. Pechino la considera una provincia ribelle alla sua sovranità da riportare all’ovile, per cui siamo più che mai prossimi alla tempesta perfetta.
Penso che libri come questo possano aiutare a comprendere in modo più chiaro e informato la situazione internazionale in cui siamo tutti coinvolti. E lo dico da pacifista convinta, addolorata per tutto quel che succede e impaurita per il futuro.
Devo dire che da LA TEMPESTA PERFETTA ho imparato molte cose che ignoravo sopratutto sulla Cina e su Taiwan.