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Dimentica il mio nome Formato Kindle
- LinguaItaliano
- EditoreBAO Publishing
- Data di pubblicazione16 ottobre 2014
- ISBN-13978-8865432549
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Autore | Zerocalcare | Zerocalcare | Zerocalcare | Zerocalcare |
Descrizione prodotto
Dalla seconda/terza di copertina
Dettagli prodotto
- ASIN : B00NEIGLDA
- Editore : BAO Publishing (16 ottobre 2014)
- Lingua : Italiano
- Dimensioni file : 90739 KB
- Da testo a voce : Non abilitato
- Miglioramenti tipografici : Non abilitato
- Word Wise : Non abilitato
- Memo : Non abilitata
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 21,086 in Kindle Store (Visualizza i Top 100 nella categoria Kindle Store)
- n. 222 in Graphic Novel
- n. 5,217 in Fumetti e manga (Libri)
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1) dice che non è divertente o ironico, solo perché si scosta dalle solite tematiche
2) dice che è un passo falso privo di struttura narrativa
3) afferma che l'arco finale della storia è confuso/onirico/incomprensibile: [SPOILER] le volpi sono zingari, non c'è niente di più da capire [SPOILER]
Ho dato 4/5 perché è un voto di tutto rispetto, su una scala da 1/10 sarebbe un 8.5.
Così, se si esclude l’opera del maestro Eduardo De Filippo fra cui l’immortale commedia “Natale in casa Cupiello”, la nostra cultura è povera di sguardi crudi e sinceri sulle dinamiche più disfunzionali della famiglia, al centro della quale c’è ovviamente la madre (o la nonna) alla quale sono “imposti” caratteri da Beata Vergine che di fatto la cristallizzano in comportamenti molto vicini alla santità.
Ma le mamme e le nonne, così come i papà i nonni, le sorelle ed i fratelli, sono prima di tutto esseri umani fallibili e fragili. E il loro dover aderire sempre e comunque a canoni eterei spirituali e davvero poco umani, anche attraverso segreti bugie ed inutili e dannose omissioni, ha creato non pochi danni e drammi familiari che di fatto pagano le bollette di numerosi analisti e psicoterapeuti da molti decenni.
Così Zerocalcare ci racconta in questo bel fumetto – che personalmente reputo uno dei suoi migliori – il rapporto con sua nonna materna, apparentemente comune e ordinario, ma che prende una piega molto particolare alla morte di questa. La nonna, che si chiamava Huguette, gli lascia, oltre al dolore del distacco, molte lacune nella storia della sua esistenza, lacune che suo malgrado Zerocalcare decide di colmare…
Mia nonna, che a proposito di nomi particolari non era seconda a nessuno visto che si chiamava Creusa (figlia di Priamo, madre di Ascanio e prima moglie di Enea che però, intento nel fugone da Troia in fiamme, se la perse…) oltre a combattere tutta la vita alle Poste o negli uffici pubblici dove solerti impiegati la chiamavo regolarmente Cesara, Cesura o Crosa, nei sui ottantanove anni di vita e soprattutto nei miei 39 vissuti con lei, non riuscì mai a raccontarmi come per buona parte della sua infanzia fosse stata una figlia illegittima, come se “l’infame colpa” fosse stata la sua.
Recensito in Italia il 24 gennaio 2021
Così, se si esclude l’opera del maestro Eduardo De Filippo fra cui l’immortale commedia “Natale in casa Cupiello”, la nostra cultura è povera di sguardi crudi e sinceri sulle dinamiche più disfunzionali della famiglia, al centro della quale c’è ovviamente la madre (o la nonna) alla quale sono “imposti” caratteri da Beata Vergine che di fatto la cristallizzano in comportamenti molto vicini alla santità.
Ma le mamme e le nonne, così come i papà i nonni, le sorelle ed i fratelli, sono prima di tutto esseri umani fallibili e fragili. E il loro dover aderire sempre e comunque a canoni eterei spirituali e davvero poco umani, anche attraverso segreti bugie ed inutili e dannose omissioni, ha creato non pochi danni e drammi familiari che di fatto pagano le bollette di numerosi analisti e psicoterapeuti da molti decenni.
Così Zerocalcare ci racconta in questo bel fumetto – che personalmente reputo uno dei suoi migliori – il rapporto con sua nonna materna, apparentemente comune e ordinario, ma che prende una piega molto particolare alla morte di questa. La nonna, che si chiamava Huguette, gli lascia, oltre al dolore del distacco, molte lacune nella storia della sua esistenza, lacune che suo malgrado Zerocalcare decide di colmare…
Mia nonna, che a proposito di nomi particolari non era seconda a nessuno visto che si chiamava Creusa (figlia di Priamo, madre di Ascanio e prima moglie di Enea che però, intento nel fugone da Troia in fiamme, se la perse…) oltre a combattere tutta la vita alle Poste o negli uffici pubblici dove solerti impiegati la chiamavo regolarmente Cesara, Cesura o Crosa, nei sui ottantanove anni di vita e soprattutto nei miei 39 vissuti con lei, non riuscì mai a raccontarmi come per buona parte della sua infanzia fosse stata una figlia illegittima, come se “l’infame colpa” fosse stata la sua.
Il tratto distintivo di Zerocalcare è indiscutibilmente presente in ogni pagina: disegni espressivi e dinamici, dialoghi pungenti e situazioni talvolta assurde ma sempre radicate in una realtà tangibile. L'autore si immerge nei meandri della memoria e dell'identità, offrendo uno sguardo profondo e spesso malinconico sul passato, ma sempre con quella scintilla di speranza e ironia che lo contraddistingue.
Le tematiche affrontate sono universali, rendendo il fumetto una lettura adatta a un pubblico vasto. Chiunque abbia mai lottato con domande sull'identità, la famiglia e il senso di appartenenza troverà qualcosa di risonante in questa opera.
Consiglio vivamente "Dimentica il mio nome" a chiunque ami la nona arte e cerchi una lettura che sia al tempo stesso divertente, emozionante e profondamente umana. Zerocalcare conferma ancora una volta di essere una delle voci più autentiche e rilevanti del panorama fumettistico italiano.