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Geopolitica umana. Capire il mondo dalle civiltà antiche alle potenze odierne Copertina flessibile – 14 novembre 2023
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«In formula: la geopolitica umana studia l'interazione tra collettività collocate nello spazio geografico calandosi nello sguardo altrui. Oggetto della sua analisi sono le aggregazioni umane, in ogni realizzazione storica. Tribù, póleis, comuni. Fino all'epoca corrente, dominata dagli Stati-nazione, dagli imperi. Mai i singoli individui. Tantomeno i leader. Ritenuti irrilevanti, mero prodotto della realtà che pensano di determinare. Nella migliore accezione, soggetti che incarnano lo spirito del tempo.»
Un libro frutto degli studi e del personalissimo approccio di Dario Fabbri, che racconta di una geopolitica “umana”, intessuta con discipline quali l'antropologia e la psicologia collettiva, ma anche strettamente connessa con la profondità storica, l'etnografia e la linguistica, luogo in cui le parole si fanno campo di battaglia e che quindi segnala “traumi e invasioni, conquiste e seduzioni”.
Una geopolitica da utilizzare come «lente graduata per vincere la miopia, prisma prezioso per scrutare le questioni del nostro tempo. Con l'obiettivo di comprendere cosa può scalfire il sistema che abitiamo, quale potenza possiederà il futuro, in quali contesti si deciderà la lotta per l'egemonia, quali effetti avrà sul nostro Paese.»
- Lunghezza stampa208 pagine
- LinguaItaliano
- EditoreGribaudo
- Data di pubblicazione14 novembre 2023
- Dimensioni14.5 x 1.6 x 23 cm
- ISBN-108858043057
- ISBN-13978-8858043059
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Capire il mondo dalle civiltà antiche alle potenze odierne
"In formula: la geopolitica umana studia l’interazione tra collettività collocate nello spazio geografico calandosi nello sguardo altrui. Oggetto della sua analisi sono le aggregazioni umane, in ogni realizzazione storica. Tribù, póleis, comuni. Fino all’epoca corrente, dominata dagli Stati-nazione, dagli imperi. Mai i singoli individui. Tantomeno i leader. Ritenuti irrilevanti, mero prodotto della realtà che pensano di determinare. Nella migliore accezione, soggetti che incarnano lo spirito del tempo."
Conosci l'autore
Dario Fabbri è tra i massimi esperti di geopolitica. È direttore della rivista “Domino” e direttore della scuola di Domino. Geopolitica umana è il suo ultimo libro.
Dettagli prodotto
- Editore : Gribaudo (14 novembre 2023)
- Lingua : Italiano
- Copertina flessibile : 208 pagine
- ISBN-10 : 8858043057
- ISBN-13 : 978-8858043059
- Peso articolo : 240 g
- Dimensioni : 14.5 x 1.6 x 23 cm
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 841 in Libri (Visualizza i Top 100 nella categoria Libri)
- n. 5 in Relazioni internazionali e globalizzazione (Libri)
- n. 16 in Storia (Libri)
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Questo libro, breve come numero di pagine ma densissimo di contenuti, mi ha incuriosito e coinvolto a tal punto che, dopo una prima lettura in poco più di un giorno, sono stato indotto nei giorni successivi a centellinarne capitolo per capitolo per acquisire meglio concetti e ragionamenti di questa disciplina.
In breve e ironicamente “Geopolitica umana” potrebbe avere come sottotitolo “tutto quello che avreste voluto capire ma nessuno vi ha mai fornito gli strumenti giusti per arrivarci”.
Mi pare in effetti che la geopolitica umana, nella declinazione di Dario Fabbri, sia veramente in grado di fornire alcuni strumenti incisivi e convincenti per decifrare meglio la realtà degli eventi in modo da arrivare a spiegare tanti “perché” delle vicende umane.
Come ad esempio perché la Persia e la Turchia, di cui tanti anni fa avevamo letto sui libri di scuola il loro ruolo di imperi, siano recentemente tornate alla ribalta, perché senza il convinto appoggio dei Russi alla politica in corso del Cremlino Putin forse non sarebbe ancora così potente, perché gli Stati Uniti, nonostante l’alternanza al potere, tollerino dosi di violenza inenarrabili al loro interno senza adottare misure adeguate alla loro prevenzione, oppure perché il dominio dei mari sia così decisivo sulle vicende politiche ed economiche, perché il dominio della rete, che Fabbri paragona a quello marittimo, è pure esso elemento fondante dell’egemonia, perché non sempre le leggi economiche siano il fondamento delle scelte e dei successi delle grandi potenze che, per restare tali, talvolta devono optare per comportamenti chiaramente antieconomici, ecc., ecc.
Esemplari sono poi le tre pagine che Fabbri dedica alla storia della formazione dello Stato unitario italiano e degli attuali atteggiamenti attuali della popolazione e delle sue classi dirigenti, riflessioni che conclude con un’interessante proposta strategica, destinata però, stando così le cose, a sicuro fallimento.
L’unica osservazione formale riguarda l’uso da parte dell’autore, a volte, di termini un po' criptici.
Indipendentemente dal fatto di essere o meno d’accordo con Dario Fabbri, quello che mi ha positivamente colpito è la sua singolare capacità di andare veramente al cuore delle grandi questioni del nostro tempo, di soffermarsi su ciò che conta realmente e non sulle apparenze o sulle ideologie: come ad esempio quando smonta la capacità delle forme istituzionali e delle leadership di influire sugli eventi rispetto ai quali vanno invece analizzati prioritariamente le reali convinzioni e i sentimenti delle popolazioni.
Il suo non è un libro di filosofia della storia che riporta teorie del passato o che cerca di prevedere la futura evoluzione storica su basi ideologiche, ma un libro alla ricerca delle cause profonde degli eventi, ben piantato sia nelle evidenze empiriche descritte dalla storia, sia nella geografia, nell’etnologia, nell’antropologia, nella psicologia collettiva dei popoli, nella demografia, come peraltro Fabbri illustra ampiamente nel primo capitolo.
L’enfasi che lui pone su certe costanti etniche, riscontrabili nel corso dei secoli, gli attirerà forse critiche sul presunto uso di strumenti ottocenteschi obsoleti se non razzistici.
Rispetto a queste potenziali critiche, generate da atteggiamenti estremistici ed irrazionali immessi nella mentalità corrente dalla cosiddetta “cancel culture”, Fabbri, a mio parere, dimostra bene con tanti esempi tratti da diverse parti del mondo come determinati modelli culturali maturati da una etnia piuttosto che da un’altra tendano a diventare dominanti anche all’interno di una stessa nazione e come, ovviamente con gli opportuni adattamenti, quei modelli riescano ad avere anche una durata secolare.
Nell’occasione mi sono anche reso conto di come le narrazioni della realtà economica e politica mondiale forniteci quotidianamente da gran parte della stampa e dell’informazione televisiva siano spesso superficiali, non sempre veritiere e comunque facilmente fuorvianti, a prescindere dalla consapevolezza di chi le elabora.
Tutto ciò premesso sento di dover ringraziare l’autore per avermi messo in condizione, dopo la lettura del suo libro, di dare a me stesso alcune spiegazioni alternative di tante vicende, spiegazioni che fino ad oggi non avevo neppure preso in considerazione o perché disattento nell’esame di tutte le componenti dei fenomeni oppure perché nessuno me li aveva raccontati senza veli. Devo dire che veramente “non è mai troppo tardi”.
Giovanni Foschi
Ho letto tutto d'un fiato "Geopolitica Umana" di Dario Fabbri.
Libro interessante, ricco di dati spesso sconosciuti ( almeno da parte mia) e spesso spiazzante.
A parte il primo capitolo intitolato "Geopolitica Umana" che richiede una preparazione e cultura medio alta per il lessico e i concetti utilizzati, il resto è facilmente leggibile per chi ha una cultura media.
Secondo l'autore, per spiegare le dinamiche della geopolitica mondiale non bastano la visione economicista, né quella politica e tantomeno quella del diritto, è necessaria quella della cosiddetta "Geopolitica Umana".
Pere spiazzante è sapere che la maggior parte della popolazione USA è di origine tedesca. Fenomeno quello della immigrazione tedesca avvenuta negli USA agli inizi del XX secolo.
Altri due concetti fondamentali secondo Fabbri sono quelli di assimilazione e di multiculturalità. Mentre negli USA le popolazioni non locali sono state assimilate - con le buone o le cattive - in Europa avviene il fenomeno della multiculturalità. Non tanto per un senso - come io ingenuamente pensavo - di rispetto degli usi, costumi della popolazioni immigrate, ma per scopi imminentenemte politici degli USA. Gli USA tendono ad indebolire chiunque si opponga alla sua egemonia, in questo caso l'Europa che si vuole mantenere in uno stato di debolezza.
Altro aspetto sottolineato dall'autore è quello demografico, non tanto per motivi economici ( tipo i giovani che lavorando pagare le pensioni di chi non lavora più) ma per motivi geopolitici come avere una massa di giovani disposti a sacrificarsi e in caso di necessità combattere per l'egemonia dei vari Imperi.
Oltre all'analisi degli Imperi passati, egli dedica molto spazio a quelli attuali: USA, Russia, Cina e quello che lo sono stati o vorrebbero ritornare ad essere: Gran Bretagna, Francia, Germania, Iran ( ex Persia), Turchia ( ex Impero Ottomano).
Forse a mio avviso il libro è un po' crudo e per certi aspetti "cinico", ma segue la lezione di Machiavelli che guardava alla "realtà effettuale delle cose".